domenica 8 aprile 2012

Gialal ad-Din Rumi. L'essere umano è una locanda

"Dio dorme nella pietra, sogna nel fiore, si desta nell'animale e sa di essere desto nell'uomo"
Aforisma asiatico


Facendo quello che gli altri mi dicevano, sono diventato cieco.
Venendo dove gli altri mi chiamavano, mi sono perso.
Poi ho lasciato tutti, compreso me stesso.
Poi ho trovato tutti, compreso me stesso.
Rumi


Colpire il bersaglio.
Finora hai tirato male le tue frecce.
Ti sei prodigato per lanciare lontano,
trascurando ciò che ti era vicino.
Più lontano tiri, più il tesoro ti sfugge!
Credimi, è lo sforzo che ti fa fallire.
Perciò, tira la freccia dolcemente e cerca il tesoro con umiltà.
Esso ti è vicino, e non può sfuggirti.
L'uomo evita di osservare le cose semplici,
quelle di ogni giorno.
Così, però, perde di vista i suoi tesori spirituali, quelli più consistenti.
Il filosofo si suicida col pensiero,
mentre, se lo abbandonasse almeno per un attimo,
scoprirebbe ciò di cui va in cerca.
Qualcosa che gli è molto vicino.
Ritenta, dammi retta. Ma con un altro spirito!
Solo quando annullerai il tuo orgoglioso "io",
potrai tirare senza sforzo e fare centro!
Solo allora il mondo ti cadrà in grembo.
L'uomo ascoltò il consiglio e fu così che ritrovò il tesoro perduto, la sua essenza.
L'aveva persa di vista, ma, in fondo, non se ne era mai allontanato.
Comprese che era andato in giro per il mondo a cercare ciò che aveva in casa!
Di Jalaloddin Mevlana Rumi - da il canto del Derviscio.



Non hai idea
di quanto sia stato difficile
trovare un dono
da portarTi.
Nulla sembrava la cosa giusta.
Che senso ha portare oro
ad una miniera d’oro,
oppure acqua all’Oceano.
Ogni cosa che trovavo,
era come portare spezie
in Oriente.
Non Ti posso donare
il mio cuore
e la mia anima,
perché sono già Tue.
Così, Ti ho portato
uno specchio.
GuardaTi
e ricordami.
Jalāl al-Dīn Rūmī



"Tutti sanno che questa esistenza è illusione, che il pensiero e la memoria consapevoli sono un inferno. Tutti fuggono dal loro libero arbitrio e dalla loro esistenza individuale, cercando lo stato inconscio. Per potere, un istante, essere liberi dalla coscienza, s'infliggono essi stessi l'obbrobrio del vino e degli stupefacenti. Gli ebbri godono quando perdono la consapevolezza del loro sè. Dal loro sè fuggono nell'assenza del sè, sia con l'ubriachezza, sia con una occupazione. In questa vita terrena non v'è istante sciolto dall'illusione. Oh tu che possiedi sincerità, se vuoi il disvelamento della Realtà scegli la morte e lacera il velo. Non la morte con la quale tu entri nella tomba, ma la morte che è trasmutazione, che ti faccia entrare nella Luce. Quando un uomo cresce la sua infanzia muore. Quando la terra si trasforma in oro il suo aspetto di terra scompare; quando il dolore diventa gioia la spina della tristezza sparisce."
Rumi


"L'illusione è, in verità, il sostegno del mondo.
Oh, ragazzo mio, cerca quegli applausi e quella fama che non muoiono, lo splendore di quel sole che non tramonta. La falsa aurora ha condotto centomila carovane nel vento della distruzione.
Noi, che percepiamo la realtà intima del mondo intero, vediamo il cuore e non guardiamo la forma esterna. Le caratteristiche corporee, come il corpo stesso, sono prese in prestito: non dar loro il tuo cuore, poichè durano soltanto un'ora. Vantarsi dei colori, dei profumi, della dimora è soltanto una gioia e un'illusione per i bambini. Considera la gente: quanto sono ottusi e muoiono di desiderio per un bene perituro! A causa del loro orgoglio sono morti allo spirito e vivi nell'inganno. Anche le caratteristiche dello spirito animale sono periture; cerca le caratteristiche di quello spirito che è di sopra dal cielo."
Rumi


Il mondo è paragonabile a un albero, o nobili uomini, e noi siamo simili ai frutti mezzo maturi che gli sono attaccati. Il nocciolo d'ogni frutto vale più della sua scorza; considera il corpo una scorza, e l'anima come nocciolo. I frutti che non sono maturi si attaccano fortemente al ramo, poichè la loro immaturità non li rende degni d'essere portati a palazzo. Quando sono diventati maturi e dolci, si attaccano solo debolmente ai rami. Fissarsi strettamente e attaccarsi fortemente è segno di immaturità. Quando la bocca è resa dolce da quella letizia, il regno del mondo diventa sgradevole per l'uomo.
Rumi


"La brezza dell'alba ha segreti da dirti. Non tornare a dormire.
Devi chiedere quello che davvero vuoi. Non tornare a dormire.
C'e' gente che va avanti e indietro attraverso le porte dove i due mondi si toccano.
La porta è tonda e aperta. Non tornare a dormire. "
Jalal-ud-Din Rumi


Finora hai tirato male le tue frecce.
Ti sei prodigato per lanciare lontano, trascurando ciò che ti era vicino.
Più lontano tiri, più il tesoro ti sfugge!
Credimi, è lo sforzo che ti fa fallire.
Rumi


Continua a camminare, sebbene non ci sia alcun luogo da raggiungere. Non cercare di vedere al di là delle distanze. Non è cosa per gli esseri umani. Muoviti dal tuo interno, ma non lasciare che sia la paura a guidare tuoi passi.
Rumi



"Secondo Rumi, il fuoco dell'Amore, quando si accende, è tanto forte da bruciare ogni creatura e relazione, così che alla fine rimane solo l'unità, Dio. Questo fuoco è necessario per consentirci di diventare pienamente umani. L'evoluzione degli esseri umani non è completa. Siamo stati creati per essere perfetti. Essere perfetti non significa diventare buoni, etici, compassionevoli e pieni di amore. Fino a quando esiste l'ego, anche solo pensare di avere queste qualità è un inganno. Essere perfetti comporta abbandonare tutte le sensazioni e le attitudini positive e negative conosciute, aprendosi alla coscienza sconosciuta che esiste oltre l'ego. Questo processo ha luogo quando si accende il fuoco dell'Amore".


Colui che desidera il proprio risveglio, è quello che già dorme in un giardino.
Ma per chi dorme dentro a una prigione, il risveglio è soltanto un dispiacere.
Rumi


"Metti a fuoco la tua vita.
Cerca coloro che alimentano le tue fiamme."
Rumi


"Ero neve, tu mi hai fatto sciogliere. Il suolo mi ha assorbito.
Nebbia dello spirito, ritorno verso il sole."
 Gialal ad-Din Rumi


Dal momento in cui sei venuto al mondo,
una scala è stata posta dinanzi a te
per permetterti di evadere.
Prima eri minerale,
poi sei diventato pianta,
dopo sei diventato animale;
Come ignori!
Infine sei stato fatto uomo,
dotato di conoscenza, di senno e di fede.
Considera questo corpo estratto dalla polvere
Quale perfezione ha acquisito!
Quanto eri trascendente, nella condizione
Di uomo!
Sai, senza alcun dubbio tu diventerai un angelo:
allora finirai nella terra e la tua dimora sarà
l'immenso cielo.
Oltrepassa anche la condizione angelica,
entra in quest'oceano,
finchè la tua goccia d'acqua
diventerà un mare.
Mevlana Rumi, Sec. XIII



L'essere umano è una locanda,
ogni mattina arriva qualcuno di nuovo.
Una gioia, una depressione, una meschinità,
qualche momento di consapevolezza
... arriva di tanto in tanto,
come un visitatore inatteso
Dai il benvenuto a tutti, intrattienili tutti!
Anche se è una folla di dispiaceri
che devasta violenta la casa
spogliandola di tutto il mobilio,
lo stesso, tratta ogni ospite con onore:
potrebbe darsi che ti stia liberando
in vista di nuovi piaceri.
Rumi

Quelli che non sentono questo Amore trascinarli come un fiume,
quelli che non bevono l’alba come una tazza di acqua sorgiva
o non fanno provvista di tramonto,
quelli che non vogliono cambiare
…lasciateli dormire
Jalal’uddin Rumi (1207 – 1273), poeta e mistico persiano


Non insegnate la saggezza a coloro che non sono fatti per essa, perchè le fareste torto.
E non negatela a quelli degni di apprenderla, per non fare torto ad essi.
Questa conoscenza è visione, e non nasce dalla discussione.
Jalal od din Rumi, Fihi ma Fihi


PROLOGO
L'uomo è un flauto di canna, sospeso sugli abissi.
E invoca la sua origine, cui vorrebbe tornare, tra i lamenti.
Poiché è la strada di casa che ha smarrito, e la cerca.
Udendolo, il mio cuore è mosso a pietà.
E vorrebbe aiutarlo, ma non osa, perché sa che il compito è suo, di lui solo.
- E l'amore è una dolce follia, che riesce a guarirci dal peccato.
Gli innamorati si incontrano, senza parlare, e ciascuno di essi dice proprio ciò che deve dire,
ciò che 1'altro s'aspetta.
Mosè perse i sensi, alla vista del Divino. E così 1'amante, che rincorre 1'amato.
E lo scorge dappertutto, avvolto in mille veli.
Che gliene annunciano l' onnipresente esistenza.
E quando l'incontro ha luogo, è una dolce ebbrezza, nel delirio, a imporsi.
Queste storie si aprono al mondo del divino, in parole sufi che predichino la fine delle distinzioni. Cristiano, musulmano, ebreo - tutto ciò non avrà senso, per colui che sa vedere.
Esse sono rivolte agli amici, affinché imparino a guardare.
E intraprendano il cammino, se già non si sono messi in viaggio.



" Uno si recò alla porta dell'amata e bussò. Una voce rispose :
« Chi è là! » .Egli rispose : « Sono io ». La voce disse : « Non c'è posto per Me e per Te ».
La porta restò chiusa. Dopo un anno di solitudine e privazioni egli ritornò e bussò.
Una voce da dentro chiese : « Chi è là! ». L'uomo disse : « Sei Tu ».
La porta si aprì per lui ".
Mevlana Jalaluddin Rumi

Più tranquilli si diventa,
più si è in grado di sentire.
Rumi


Là fuori, oltre a ciò che è giusto e a ciò che è sbagliato, esiste un campo immenso.
Ci incontreremo lì.
Rumi


La verità è uno specchio caduto dalle mani di Dio e andato in frantumi. 
Ognuno ne raccoglie un frammento e sostiene che lì è racchiusa tutta la verità.
Gialal ad-Din Rumi


La verità era uno specchio che cadendo dal cielo si ruppe.
Ciascuno ne prese un pezzo e vedendo riflessa in esso la propria immagine, credette di possedere l'intera verità.
Mevlana Rumi, Sec. XIII


L’umiltà sta anche nel riconoscere che qualsiasi creatura nell’universo può insegnarci ciò che ignoriamo
Jalal al Din Rumi - poeta persiano


Tu non sei una goccia nell'oceano.
Tu sei l'intero oceano in una goccia.
Rumi

Non hai idea
Non hai idea di quanto sia stato difficile
trovare un dono da portarti.
Nulla sembrava la cosa giusta.
Che senso ha portare oro ad una miniera d'oro,
oppure acqua all'oceano.
Ogni cosa che trovavo,
era come portare spezie in Oriente.
Non ti posso donare il mio cuore e
la mia anima, perché sono già Tue.
Così, ti ho portato uno specchio.
Guardati e ricordami.
Jalal Ad-Din Rumi
Concludiamo la serie sul "silenzio" con questa poesia di Rumi, presa dal Masnavi.

Lasciatevi silenziosamente tirare dalla spinta più forte di quello che veramente amate
Rumi

Stai in silenzio, che tu possa sentirlo pronunciare
parole indicibili con la lingua.
Stai in silenzio, che tu possa ascoltare da quel sole
cose inesprimibili in libri e discorsi.
Stai in silenzio, che lo Spirito possa parlarti
Rumi, presa dal Masnavi.


Colui che conosce la forza della danza abita in Dio, abolisce le barriere dell’individualità dell’uomo isolato. Perché dove si sveglia l’amore, muore quel despota che è l’Io.
Djellal Eddin Rumi


A volte le convinzioni sono tanto deboli da venire estirpate facilmente.
Un sedicente uomo di conoscenza andò alla sorgente a rifornirsi di acqua e vi trovò una bellissima ragazza. Per l'occasione, non poté trattenersi da questa dichiarazione: -"Sei stupenda, accettami come sposo."
-Ti piaccio veramente?- chiese la fanciulla.
-Ma certo, sei la donna più bella che abbia mai visto, - rispose l'uomo.
-In tal caso, visto che ami la bellezza, sappi che alle tue spalle sta arrivando una fanciulla ancora più affascinante. in confronto appaio persino sgradevole!
Egli sì voltò di scatto, ma non vide nessuno.
La ragazza disse: -Mi ami tanto che il solo pensiero di una donna più bella può farti girare la testa!
E dopo queste parole svanì nel nulla, da dove era venuta.
Rumi. La donna più bella


Il vostro compito non è quello di cercare l'amore, ma solo di cercare e trovare tutte le barriere dentro di voi che avete costruito contro di esso.
Rumi

Your task is not to seek for love, but merely to seek and find all the barriers within yourself that you have built against it.
Rumi

Ieri è passato, portandosi via la sua storia.
Oggi dobbiamo vivere una storia nuova
Rumi

Io ero, nel tempo in cui non erano i Nomi,
e nessuna traccia v’era d’esistenza d’esseri. / 
E il ricciolo dell’Amico eterno era l’unica traccia di vero /
e l’unico oggetto era Dio! / 
E tutti gli oggetti e i nomi promanarono da Me,
in quell’attimo eterno quando né Me né Noi v’era! […] 
E l’occhio mio, capace solo di Dio,
non vedeva altro che qualità e forme estranee all’Eterno. / 
E, infine, fissai lo sguardo nel cuore, ed ecco, là io Lo vidi, /
 in nessun altro luogo che là, Egli era
Gialâl ad-Dîn Rûmî...

Ben oltre le idee di giusto e di sbagliato c'è un campo.
Ti aspetto laggiù.
Jalaluddin Rumi. XIII secolo

Là fuori, oltre a ciò che è giusto e a ciò che è sbagliato, esiste un campo immenso. Ci incontreremo lì.
Rumi




Come si chiama quel campo??



santo



DARE IL BUON ESEMPIO -* LO ZUCCHERO - RUMI
Una donna con un bambino andò da lui e gli disse: «Maulana, Maestro … ho tentato in tutti i modi, ma questo bambino non vuole ascoltare. Mangia troppo zucchero. E so che c’è solo una soluzione: se tu gli dici qualcosa, ti ascolterà, perché ti rispetta. Non capisce cosa sei o chi sei, ma ti rispetta. E quando gli ho detto: “Vieni con me dal Maulana …”, mi ha risposto: “Okay, se me lo dirà lui, smetterò”».
guardò il bambino, notò la sua fiducia. Gli disse: «Aspetta, torna tra tre settimane».
La donna era perplessa. Una cosa così semplice. E Rumi era conosciuto in ogni parte del mondo. La gente veniva dai Paesi più lontani per sottoporgli grandi problemi, e lui li risolveva immediatamente, e ora per una cosa tanto stupida … Avrebbe potuto dire: «È vero, non mangiare più così tanto zucchero» e la faccenda sarebbe stata chiusa. Tre settimane?
La madre tornò con il bambino dopo tre settimane e Rumi disse: «Aspetta ancora tre settimane».
La madre replicò: «Cos’è questa storia?», ma Rumi disse: «Aspetta ancora, torna fra tre settimane».
Quando ritornarono, disse al bambino: «Okay, ascolta. Smettila di mangiare zucchero».
Il bambino rispose: «Va bene, smetterò».
La madre interloquì: «A questo punto nel mio cuore è nata una domanda che non mi darà pace. Perché ci hai messo sei settimane?»
Rumi disse: «Io stesso amo lo zucchero, come potevo dare un consiglio a questo bambino? Non sarebbe stato onesto. Quindi, per tre settimane ho cercato di smettere – e non ci sono riuscito. Poi ho ritentato per altre tre settimane, e ce l’ho fatta. Adesso posso dire: “Ti prego, puoi smettere anche tu. Guarda, io sono un vecchio – perfino io sono riuscito a smettere. Tu sei un bambino, un ragazzo molto giovane, puoi fare qualunque cosa”».




Quelli che non sentono questo amore trascinarli come un fiume, quelli che
non bevono l'alba come una tazza di acqua sorgiva o non fanno provvista per
il tramonto, quelli che non vogliono cambiare...lasciateli dormire"
Jalal al-Din Rumi




IL FLAUTO DI CANNE
Jalal Al-Din Rumi, fondatore dell'ordine dei dervisci, racconta che il Profeta Maometto aveva svelato al genero Alì dei segreti, proibendogli di ripeterli; per quaranta giorni Alì si sforzò di mantenere la parola, poi, incapace di resistere oltre, andò nel deserto e, sporgendo la testa sull'apertura di un pozzo, si mise a raccontare le verità esoteriche.
Nel corso dell'estasi, la sua saliva cadde nell'acqua del pozzo. Poco tempo dopo nel pozzo nacque una canna, un pastore la tagliò, vi fece dei buchi e si mise a suonare delle melodie che divennero celebri e che le folle venivano ad ascoltare estasiate. Anche i cammelli facevano cerchio attorno a lui. La notizia giunse al Profeta che, convocato il pastore, lo pregò di suonare.
"Queste melodie" disse allora il Profeta "sono il commento dei misteri che ho comunicato ad Alì in segreto



LA VARIETA' DELLE ILLUSIONI E LA VERITA' MULTIFORME
Un elefante fu portato in un salone ampio e buio. Nell’oscurità non si capiva di cosa si trattasse, poiché le forme del pachiderma non si vedevano.
Quattro persone entrarono nella stanza, invitate dal padrone di casa. L’uomo ne conosceva la reputazione, sapendo che erano grandi studiosi. Cosi, aveva deciso di sottoporli a una prova: avrebbero scoperto che si trattava di un elefante, nonostante l’oscurità?
“Vediamo se sono veramente saggi come dicono, o se la conoscenza che si attribuiscono è puramente fittizia!” pensava tra sé l’uomo.
Nel salone era buio pesto, e gli studiosi riuscivano a malapena a camminare.
Uno di loro si avvicinò all’elefante, toccandogli un orecchio, e annunciò subito le sue conclusioni.
«Ma certo, amici! Si tratta di un ventaglio enorme!»
Un altro si fece avanti, un po’ perché voleva contestare il collega e un po’ perché l’ipotesi gli sembrava affrettata.
Ma anche lui esclamò subito di aver compreso la natura dell’oggetto. Dopo aver toccato una zampa dell’elefante, constatandone la durezza, dichiarò che si trattava di una colonna.
Fu la volta di un terzo erudito che, nel buio del salone, toccò il dorso dell’elefante.
«Ci sono! Vi sbagliate entrambi, cari colleghi. Non è né un ventaglio, né una colonna. È invece un trono, di inusitata grandezza!»
Anche lui era convinto delle sue asserzioni, e negava quelle degli altri.
L’ultimo del gruppo – che era anche il più saggio – si avvicinò all’elefante, e ne accarezzò il tronco ruvido e imponente.
«Voi dite che è un ventaglio, una colonna o un trono. Io stavo per dire che è un... Ma mi trattengo, perché, a questo punto, non ci capisco più nulla!»
Il padrone di casa convocò gli studiosi, e disse cordialmente:
“Non siete riusciti a scoprire che era un elefante, ma mi avete ugualmente impartito una preziosa lezione”.
Rumi


“Ogni rosa, pregna di interno profumo, narra i segreti del tutto”
Rumi


Una vecchia leggenda indù racconta che vi fu un tempo in cui tutti gli uomini erano Dei.
Essi però abusarono talmente della loro divinità, che Brahma (signore degli Dei) decise di privarli del potere divino e di nasconderlo in un posto dove fosse impossibile trovarlo.
Il grande problema fu quello di trovare un nascondiglio.
Quando gli dei minori furono riuniti a consiglio per risolvere questo dilemma, essi proposero la cosa seguente: “Seppelliamo la divinità dell'uomo nella Terra”
Brahma tuttavia rispose: “No, non basta. Perchè l'uomo scaverà e la ritroverà”.
Gli dei, allora, replicarono: "In tal caso, gettiamo la divinità nel più profondo degli Oceani”.
E di nuovo Brahma rispose: “No, perchè prima o poi l'uomo esplorerà le cavità di tutti gli Oceani, e sicuramente un giorno la ritroverà e la riporterà in superficie”.
Gli dei minori conclusero allora: “Non sappiamo dove nasconderla, perchè non sembra esistere - sulla terra o in mare – luogo alcuno che l'uomo non possa raggiungere”.
E fu così che Brahma disse: “Ecco ciò che faremo della divinità dell'uomo: la nasconderemo nel suo io più profondo e segreto, perchè è il solo posto dove non gli verrà mai in mente di cercarla”.
“A partire da quel tempo”, conclude la leggenda, “l'uomo ha compiuto il periplo della terra, ha esplorato, scalato montagne,
scavato la terra e si è immerso nei mari alla ricerca di qualcosa che si trova dentro di lui.”



http://youtu.be/UH8vX2GwIWg



LA VARIETA' DELLE ILLUSIONI E LA VERITA' MULTIFORME di Rumi 
Un elefante fu portato in un salone ampio e buio. Nell’oscurità non si capiva di cosa si trattasse, poiché le forme del pachiderma non si vedevano. Quattro persone entrarono nella stanza, invitate dal padrone di casa. L’uomo ne conosceva la reputazione, sapendo che erano grandi studiosi. Cosi, aveva deciso di sottoporli a una prova: AVREBBERO SCOPERTO CHE SI TRATTAVA DI UN ELEFANTE, NONOSTANTE L’OSCURITÀ? “Vediamo se sono veramente saggi come dicono, o se la conoscenza che si attribuiscono è puramente fittizia!” pensava tra sé l’uomo. Nel salone era buio pesto, e gli studiosi riuscivano a malapena a camminare. Uno di loro si avvicinò all’elefante, toccandogli un orecchio, e annunciò subito le sue conclusioni. «Ma certo, amici! SI TRATTA DI UN VENTAGLIO ENORME!» Un altro si fece avanti, un po’ perché voleva contestare il collega e un po’ perché l’ipotesi gli sembrava affrettata. Ma anche lui esclamò subito di aver compreso la natura dell’oggetto. DOPO AVER TOCCATO UNA ZAMPA DELL’ELEFANTE, CONSTATANDONE LA DUREZZA, DICHIARÒ CHE SI TRATTAVA DI UNA COLONNA. Fu la volta di un terzo erudito che, nel buio del salone, toccò il dorso dell’elefante. «Ci sono! Vi sbagliate entrambi, cari colleghi. NON È NÉ UN VENTAGLIO, NÉ UNA COLONNA. È INVECE UN TRONO, DI INUSITATA GRANDEZZA!» Anche lui era convinto delle sue asserzioni, e negava quelle degli altri. L’ultimo del gruppo – che era anche il più saggio – si avvicinò all’elefante, e ne accarezzò il tronco ruvido e imponente. «VOI DITE CHE È UN VENTAGLIO, UNA COLONNA O UN TRONO. Io stavo per dire che è un... MA MI TRATTENGO, PERCHÉ, A QUESTO PUNTO, NON CI CAPISCO PIÙ NULLA!» Il padrone di casa convocò gli studiosi, e disse cordialmente: Non siete riusciti a scoprire che era un elefante, ma mi avete ugualmente impartito una preziosa lezione.» IL PRIMO LUOGO DOVE SI COMBATTE LA VERA GUERRA SANTA È LO SPIRITO, su questo terreno devi mostrare il tuo valore. E' più facile combattere e uccidere un infedele che vincere le proprie passioni.  La prima battaglia, quella dello sterminio degli altri esseri umani, è dettata dall'odio e finché la porterai avanti sarai schiavo delle passioni; la seconda , è dettata dalla saggezza che ti RICORDA CHE TU STESSO SEI IL TUO PEGGIOR NEMICO E ANCHE IL TUA MIGLIOR ALLEATO; è quella che ti prepara a combattere una nuova battaglia nei labirinti del tuo Cuore, per soggiogare le emozioni deplorevoli e purificare la tua vita




Un giorno un re riunì alcuni ciechi e propose loro di toccare un elefante per constatare come fosse fatto.
Alcuni afferrarono la proboscide e dissero: "Abbiamo capito: l'elefante è simile a un timone ricurvo".
Altri tastarono gli orecchi e dichiararono: "È simile a un grosso ventaglio".
Quelli che avevano toccato una zanna dissero: "Assomiglia a un pestello".
Quelli che avevano accarezzato la testa dissero: "Assomiglia a un monticello".
Quelli che avevano tastato il fianco dichiararono: "È simile a un muro".
Quelli che avevano toccato una gamba dissero: "È simile a un albero".
Quelli che avevano preso la coda dissero: "Assomiglia a una corda".
Ognuno era convinto della propria opinione. E, a poco a poco, la loro discussione divenne una rissa.
Il re si mise a ridere e commentò: "Questi ciechi discutono e altercano. Il corpo dell'elefante è naturalmente unico, e sono solo le differenti percezioni che hanno provocato le loro diverse valutazioni e i loro errori". (Buddha)


Un uomo aveva 4 figli. Voleva imparassero a non giudicare le cose troppo velocemente. 
Così li mandò uno alla volta a osservare un albero molto distante da casa.
Il più grande andò in inverno, il secondo in primavera, il terzo in in estate, il più giovane in autunno.
Quando tutti furono tornati chiese loro cosa avevano visto.
Il grande disse che l'albero era brutto, spoglio e ricurvo.
Il secondo disse che era pieno di gemme e promesse di vita.
Il terzo non era d'accordo; L'albero era pieno di fiori, profumato e bellissimo...era la cosa più bella che avesse mai visto.
Il più piccolo aveva un'opinione ancora diversa...l'albero era carico di frutti e pieno di vita e realizzazione.
L'uomo spiegò ai suoi figli che tutti avevano ragione, infatti avevano osservato solo una stagione della vita dell'albero.
Disse loro di non giudicare un albero o una persona solo in una stagione e che l'essenza di ciò che una persona è la gioia, l'amore, la realizzazione che viene dalla vita possono essere misurate solo alla fine quando tutte le stagioni sono complete.
Se ti arrendi quando è inverno, perderai la speranza che regala la primavera, la bellezza della tua estate, la realizzazione del tuo autunno!!!
Morale:
Non lasciare che il dolore di una stagione distrugga la gioia di ciò che verrà dopo.
Non giudicare la tua vita in una stagione difficile.
Persevera nelle difficoltà, il meglio deve ancora venire!!!


Certi Poteri e certe Conoscenze sono solo un preludio: uno strumento non un fine.
Non applicarle mai per esaltare il tuo orgoglio, dominare gli altri o metterti in mostra di fronte al mondo !
Sappi che se non terrai a bada la tua cupidigia, sarà necessario che alcuni Guardiani [molto più potenti di te] attuino delle manovre per farti desistere dai tuoi proponimenti ed eventualmente privarti di alcune facoltà.
Man mano che manipolerai l'energia per l'avidità dei tuoi loschi fini, perderai sempre più forze, ti saranno inflitte pene che inizialmente non potrai comprendere e quindi le sottovaluterai.
Ma a un certo punto, non avendo messo a frutto le conoscenze che ti sono state impartite o i poteri che hai potuto acquisire, sarai costretto ad ammettere che il tuo accecamento è stato il risultato della tua incessante brama.
Se ti ravvederai - e sarai fortunato - potrai comunque trovare la pace in altri luoghi, altrimenti dovrai rimpiangere te stesso per la tua cattiva disposizione d'animo.
Jalaloddin Mevlana Rumi. Racconti. Consiglio ai ricercatori. Da: "Il canto del Derviscio".



L'EQUA SPARTIZIONE
di Rumi da Il canto del derviscio

Il leone, il lupo e la volpe decisero di fare una battuta di caccia.
Qualsiasi cosa avessero preso, sarebbe stata divisa in parti uguali.
Ciascuno si diresse in un punto particolare della selva.
Dopo un po' i tre si ritrovarono in una radura, per dividersi la preda secondo l'accordo.
Tuttavia, mentre il leone era riuscito a catturare alcuni animali, gli altri due non avevano avuto fortuna. Le sue vittime erano un bue, uno stambecco e una lepre.
«Ora, come abbiamo stabilito, dobbiamo dividere la preda» disse il leone al lupo. «A te il compito di effettuare la spartizione.»
Il lupo acconsentì.
«Propongo di assegnare il bue al leone; a te, volpe, la lepre; a me spetterà lo stambecco. In questo modo ognuno di noi avrà la sua parte di selvaggina, come pattuito.» Ma il leone non era d'accordo. La proposta del lupo lo offese, poiché sembrava dettata dalla presunzione.
«Come osi proporre questa spartizione? Voi due non avete catturato nulla! Come puoi dire "ognuno di noi avrà la sua parte di selvaggina"? Sua un corno! Sono io che ho preso questi tre animali!»
Poiché il leone era molto impulsivo, non aspettò nemmeno che il lupo replicasse.
Con un colpo solo lo scagliò su una roccia, uccidendolo.
Poi si rivolse alla volpe.
«Ora spetta a te dividere la preda.»
La volpe era rimasta sbigottita, e temeva di finire come il lupo. 
Così, fu molto prudente nel rispondere. 
«Io stabilisco ... che il bue, lo stambecco e la lepre vengano assegnati a te, poiché sei stato tu a catturarli. Io non ho preso niente, quindi non merito niente
Il leone rimase sconcertato. Non si aspettava una risposta del genere.
Dopo un attimo di riflessione, disse: «Sei veramente saggia. Con le tue parole, hai dimostrato di aver accantonato ogni brama. Così, ho deciso che meriti tutta la selvaggina. Poiché hai eliminato il tuo egoismo, il tuo "io", sarà come se la consegnassi a me stesso.»
E, così dicendo, affidò alla volpe i tre animali.

Nel Mathnawi c'è un'altra storia, immediatamente successiva a questa, che ne illustra il significato. Mi è parso opportuno riportarla.


DIETRO LA PORTA *
Due uomini erano grandi amici. Ciascuno dava all'altro il necessario, intuendone le esigenze.
Tuttavia, c'era ancora qualcosa che si frapponeva tra loro. Quasi una carenza, un tassello mancante, che non permetteva di scrivere a caratteri cubitali la parola "amicizia" .
Nessuno dei due aveva capito di cosa si trattasse, benché si sforzasse di individuarlo.
Un giorno, uno dei due "amici" fu colto da una grave sventura. Un violento terremoto gli distrusse la casa. In preda alla disperazione l'uomo si diresse dall'amico, la cui abitazione era intatta.
Nella notte fredda l'uomo bussò alla porta, pensando che l'amico lo avrebbe accolto a braccia aperte.
«Chi è?»
«Sono io. Per favore, apri. Non ho più casa.»
«Come dici? Non capisco.»
«Sono io, il tuo amico. Non mi riconosci?«
«Mi dispiace. Non posso farti entrare.»
Lo sventurato non riusciva a capire perché l'altro non lo aveva ospitato.
Benché sbigottito, l'infelice non volle insistere.
Di sicuro il suo amico aveva qualche buona ragione per comportarsi così.
L'uomo si allontanò, vagando alla cieca nell'inverno freddo e dormendo dove capitava.
Dopo alcuni mesi, specchiandosi nelle acque di un torrente, capì improvvisamente perché l'altro lo aveva allontanato in quella notte di sventura.
Capì cosa fare e tornò a bussare alla porta del suo amico.
«Chi è?» gli chiese l'altro, nonostante avesse riconosciuto la sua voce.
La risposta arrivò dopo un attimo di esitazione.
«Sei tu. Apri, presto, ho freddo!»
Questa volta l'amico aprì la porta. Non poteva lasciare se stesso lì fuori al freddo.
I due erano ormai un'unica persona e l'amicizia era completa.




UN TATUAGGIO DI LEONE * Rumi
Una volta c'era un uomo che voleva tatuato sulla spalla un leone.
Si recò da un esperto di tatuaggi e gli disse cosa voleva.
Ma non appena sentì le prime punture cominciò a lagnarsi e gemere:
"Mi stai uccidendo. Che parte del leone stai disegnando?".
"Proprio adesso sto facendo la coda", disse l'artista.
"Allora eliminiamo la coda", ululò l'altro.
L'artista ricominciò il lavoro. E ancora l'uomo non riuscì a sopportare le punture.
"Che parte del leone è questa volta?", gridò; "perché non tollero il dolore".
«Questa volta", disse l'artista, "è l'orecchio del leone"
Facciamo un leone senza orecchio", annaspò l'uomo.
L’artista ricominciò a lavorare. Non appena l'ago penetrò nella carne, la vittima di nuovo squittì: «Che parte del leone è questa volta?«. «Questa volta è lo stomaco", rispose stancamente l'artista.
'Voglio un leone senza stomaco", disse l’altro.
Esasperato e sconvolto l'artista rimase incerto qualche momento.
Indi gettò l'ago a terra ed esclamò:
'Un leone senza testa, senza coda, senza stomaco? Chi può disegnare mai una cosa simile? Persino Dio non l'ha fatto!"


Dio dorme nella pietra,
sogna nel fiore,
si desta nell'animale,
e sa di essere desto nell'uomo...
Proverbio Asiatico

Il regno di Dio è dentro di te, è intorno a te.
Non in templi di legno e pietra.
Spacca un pezzo di legno e io ci sarò.
Solleva un pietra e mi troverai.
Vangelo apocrifo di S. Tommaso.





i passaggi da noi fatti in precedenza si trovano dentro di noi, per cui.. "Io sono l'albero che guarda il mare, e sono anche il mare...io sono l'insetto che si nasconde sotto il sasso, e sono anche il sasso" siamo tutto ciò che ci circonda,lo siamo già stati, siamo della stessa materia.




La verità è che se non c'è emozione in ciò che si vede, si sente, si assapora, si udisce, e si tocca non si può trasmettere e di conseguenza percepire la stessa!



Disse l'Occhio: "Guardate che bella montagna abbiamo sul nostro orizzonte!"
L'Orecchio tentò di udirla, ma non ci riuscì.
Allora la Mano disse: "Sto cercando di sentirla, ma non la trovo."
Fu la volta del Naso: "Non c'è nessuna montagna, perché non ne sento l'odore".
E tutti giunsero alla conclusione che l'Occhio era in errore.
Khalil Gibran


Ho conosciuto il mare meditando su una goccia di rugiada.
Kahlil Gibran


Non dite: "Ho trovato la verità", ma piuttosto: "Ho trovato una verità"
Khalil Gibran

Non puoi viaggiare sul percorso finché non sei tu stesso il percorso.
Buddha

Non guardo mai a cosa e' stato fatto;
vedo soltanto che cosa rimane da fare.
Buddha

Per arrivare all'alba non c'è altra via che la notte.
Kahlil Gibran


Ti avverto, chiunque tu sia.
Oh tu che desideri sondare gli Arcani della Natura,
se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi
non potrai trovarlo nemmeno fuori.
Se ignori le meraviglie della tua casa,
come pretendi di trovare altre meraviglie?
In te si trova occulto il Tesoro degli Dei.
Oh! Uomo conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei
Oracolo di Delfi

Tutti gli esseri viventi sono fenomeni diversi di un’unica sostanza universale.
Traggono dalla stessa radice metafisica e la loro differenza è quantitativa non qualitativa.
All living things are different phenomena of a single universal substance.
Derive from the same root metaphysics and their difference is quantitative not qualitative.
Giordano Bruno

L'albero m'è penetrato nelle mani,
La sua linfa m'è ascesa nelle braccia,
L'albero m'è cresciuto nel seno -
Profondo,
I rami spuntano da me come braccia.
Sei albero,
Sei muschio,
Sei violette trascorse dal vento -
Creatura - alta tanto - tu sei,
E tutto questo è follia al mondo."
Ezra Pound


"Ma Dio è così grande che è impossibile rappresentarcelo con la nostra limitata fantasia.
Il massimo che possiamo fare è pensare a un baobab."
"Vera ma ridotta e approssimativa immagine di Dio."
"Dio creò alberi immagine e somiglianza."
Gaspare Morgione


Il TAO è un vuoto pieno di potenzialità, ma, se usato, non si esaurisce.
Da questa misteriosa fonte sgorga ogni cosa esistente.
Smussando gli angoli taglienti, districando i nodi,
appannando il vistoso, calmando la confusione,
ci fa evolvere tutti e unifica il mondo.
C'è qualcosa nascosto laggiù in fondo!
Ma io non so di chi sia figlio....
c'era ancora prima di Dio!
Lao Tzu in "tao te ching"


Qualcosa di misterioso e di perfetto esisteva prima della nascita del cielo e della terra.
Silente, incommensurabile, solitario, immutabile, in continuo movimento,
è la madre dell'universo noto e di quello ignoto.
Non conosco il suo nome quindi lo chiamo TAO.
Se dovessi descriverlo potrei solo dire è 'grande'..."
Lao Tzu - Tao Te Ching n° 25


Nessun commento:

Posta un commento

Elenco blog personale